La seconda rivoluzione globale di Triangle
Data:05 giugno 2017

Triangle Tyre è una storica azienda cinese, costituita nel 1976 e guidata negli anni sempre dallo stesso uomo, Ding Yuhua, che è mancato l’anno scorso, lasciando il ruolo di chairman a Ding Mu.

Yuhua era inizialmente dipendente del Partito Comunista, che aveva la proprietà dell’azienda, ed è poi rimasto alla guida di Triangle, acquisendo le quote di maggioranza, quando, negli anni ’90, la Cina è passata all’economia di mercato e ha dovuto parzialmente privatizzare le aziende di stato.

Triangle, che è oggi il 24° produttore mondiale di pneumatici per fatturato, dopo essere cresciuta in Cina ha deciso di diventare internazionale. Il primo tentativo è stato fatto nel 2013-2014, quando assunse una serie di manager, in parte anche europei, che erano già stanziati in Asia o addirittura in Cina. La provenienza professionale era spesso da Goodyear, vista la forte collaborazione tecnica e commerciale tra le due aziende.

Il tentativo non ebbe successo e i motivi sono vari. Ini particolare ha pesato la differenza culturale tra l’Europa e la Cina di una provincia come Shandong, che non ha le caratteristiche di internazionalizzazione che può avere, ad esempio, Shanghai.

“Il primo tentativo di globalizzazione dalla Cina è durato poco”, spiega l’AD dell’azienda in Europa Corrado Moglia, “ma ha portato alla realizzazione di un obiettivo molto importane: la quotazione in borsa, che ci ha dato maggiore visibilità e ci ha portato a lavorare in modo più trasparente ed efficiente, grazie all’assunzione di precise procedure manageriali, in stile occidentale, e alla pubblicazione dei bilanci certificati”.

“La globalizzazione però non funziona, se non metti le basi all’interno delle regioni dove vuoi arrivare”, sottolinea Moglia, e nel 2016, il chairman Yuhua cambia strategia e lancia la seconda globalizzazione di Triangle Tyre.

A inizio 2017, in meno di sei mesi, Triangle apre, quasi contemporaneamente, cinque sedi nel mondo, con dei general manager scelti nel luogo. A ciascun manager regionale l’azienda da mandato di assumere un proprio team di fiducia. I progetti oggi sono avviati in USA (unica regione dove c’era già una sede), Europa, Sud Est Asiatico, Oceania e Sud America, Africa e Medio Oriente (con sede a Dubai).

Nuova era, nuovo logo

Uno dei primi segnali che l’azienda ha lanciato per segnare l’entrata in una nuova era è stato il logo, che è stato profondamento trasformato, privilegiando il design, la chiarezza e la facilità di memorizzazione.

“Grazie anche al collega Wayne Foster, che, come general manager global marketing, aveva riaperto l’ufficio di Shanghai, per prima cosa siamo riusciti a cambiare il logo, che aveva uno stile datato ed era pieno di tanti piccoli dettagli che distraevano ed erano anche difficili da riprodurre nel materiale di comunicazione”, racconta Moglia. “Abbiamo naturalmente tenuto gli elementi principali, che identificano l’azienda, unificato i colori e ingrandito l’immagine. Oggi il nostro logo consiste nel nome e nel simbolo: due triangoli, uno dentro l’altro, che creano altri quattro triangoli. La nostra immagine, in questo modo, è più pulita e più facile da memorizzare e riprodurre.” 

I numeri di Triangle in Europa e in Italia

La svolta vera per Triangle è però venuta con la nuova gamma di prodotti, che arrivano sì dalla Cina, ma che sono stati studiati e sviluppati con la collaborazione esterna dell’azienda finlandese specializzata in ricerca e sviluppo per il settore industriale dei pneumatici Black Donuts.

Per quanto riguarda le vendite, il team europeo di Triangle ha suddiviso le aree distributive in Sud, Sud-Est e resto d’Europa. “Abbiamo trovato un buon bilanciamento per gestire, dalla sede e dal territorio, le vendite e il marketing”, dice Moglia. “Naturalmente per ricostruire la rete commerciale e trovare i giusti partner per la distribuzione in tutta Europa servono persone e l’espansione richiederà, prima o poi, qualche persona in più. Al momento ci impegniamo per sostenere al meglio i partner che abbiamo già selezionato e con cui abbiamo iniziato a collaborare”.

“Triangle complessivamente fattura oltre un miliardo di dollari nel mondo”, continua il general manager. “E l’Europa vale oggi circa 65-70 milioni tra vettura, autocarro e, non ultimo, il movimento terra, che rimane comunque il core business dell’azienda”.

Strategia e obiettivi

Avendo tre segmenti di prodotto a disposizione per l’Europa e venendo a mancare – a seguito dei dazi – l’autocarro, Triangle ha deciso di cambiare i programmi e puntare sul vettura.

“Il movimento terra crescerà ancora, - continua Moglia - ma non di tantissimo, perché abbiamo già un’ottima quota di mercato. Per bilanciare invece la perdita del truck, abbiamo deciso di accelerare la strategia sul segmento vettura. Ecco perché abbiamo rapidamente rinnovato e ampliato la gamma. Una strategia abbastanza aggressiva sul mercato ci sta consentendo di avere una buona visibilità e di aumentare il fatturato. La distribuzione naturalmente è più capillare rispetto all’autocarro, ma la marginalità e la profittabilità del nostro marchio è decisamente migliore rispetto ad altri competitor della stesa fascia.”

I risultati? Nel 2018, anno di debutto del Vettura, Triangle ha venduto in Italia circa 150.000 gomme, tramite il distributore unico Farnese Pneumatici, e quest’anno – una volta stabilito il nuovo assetto distributivo - conta di crescere ulteriormente.

In Europa l’azienda parla di forte accelerazione dei volumi un po’ ovunque. Caso limite sono i Paesi Baltici, dove l’azienda è passata dai 2.700 pezzi del 2016 ai 120.000 di quest’anno, conquistando una quota di mercato che è tra il 5 e il 10%.

“Le accelerazioni sono state e continuano ad essere, direi quasi, violente, perché se un imprenditore primario della distribuzione comprende come possiamo lavorare insieme e se nel mercato c’è lo spazio, diventiamo quasi una scelta obbligata. Il nostro prodotto infatti è migliore di altri, che hanno lo stesso prezzo e posizionamento, ma maggiori volumi e storicità in Europa”, dice Moglia.

Essendo un brand nuovo in Italia ed Europa, Triangle punta sul rivenditore professionista, a cui offre, insieme ad un prodotto, che si colloca nella parte alta della fascia budget, il cosiddetto quality budget, anche formazione, materiale e visibilità nella stampa specialistica.

“E’ il rivenditore il nostro volto con il consumatore e quindi per noi è importante che si trovi nelle migliori condizioni possibili per proporre il nostro prodotto”, conclude il responsabile Europa di Triangle.

Immagine di attività

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